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Il Potere con la P maiuscola, è la pre-potenza, la potenza a priori celata dietro l’arroganza dei prepotenti.

Il potere, in generale, riconducendolo ai nostri termini, umani, è la possibilità.

La possibilità di agire e di pensare. Anche il pensiero è azione, sia come attività interiore, sia come generatore di azione esteriore, di movimento spaziale.

Gli esseri umani, in quanto animali, sono degli involucri di possibilità, involucri dotati di una straordinaria capacità di incrementare la possibilità di azione esteriore grazie all’attività interiore, all’intelligenza. Straordinaria rispetto ad altri animali dotati di intelligenza e di capacità culturali limitate.

Ogni essere umano, di per sé, e socialmente parlando, è quindi un centro* di potere, di possibilità. Avere maggiore potere significa avere maggiori possibilità. La natura di questa possibilità – esteriormente – può assumere forme diverse. La più comune è l’accumulo di energia, nella forma della proprietà e del denaro. Ogni individuo è perciò un centro di potere che non si limita solo all’involucro di possibilità che essa è grazie alle sue capacità genetiche o acquisite**, ma anche all’accumulo di energie per alimentare questo involucro che poi deciderà dove esprimere queste sue energie .

*il non-termine “centro” nasconde mille insidie, tra cui quella di non essere un termine, ma un concentrato di significati, un potenziale accumulo di cose inespresse che possono rimanere tali e implodere su se stesse. Meglio un ego al fronte che un ego al centro. Sempre, anche se difficile.

**l’intelligenza e la cultura – l’esperienza degli altri acquisita sotto varie forme – fanno parte di quella proprietà non alienabile racchiusa nel concetto di unico. L’involucro – l’unico – è la sua proprietà non alienabile. Non ha. Quelle dell’avere sono altre proprietà. Sufficienti o esuberanti.

L’involucro ha sempre bisogno di energie sufficienti per agire (la proprietà sufficiente e il concetto di scorta da essa conseguente). Non tanto e solo per sussistere e per essere libero, ma pure per accumulare oltre il dovuto, in quanto l’energia può pure essere usata per riprodurre se stessa, per sentirsi potente, all’ennesima potenza.

Questo sentimento di potenza replicato su se stesso è ciò che incatena l’uomo quando non sa liberare la propria energia oltre lo stesso sentimento di questa volontà di potere. Tanto da arrivare a dire: il potere logora chi non ce l’ha (in abbondanza, si sottintende); invece di: il potere logora chi non lo usa, dopo aver raggiunto la sufficienza. Sulla prima frase si fonda l’accumulo di risorse e capitali – e la relativa prepotenza – sulla seconda la sua sconfitta.

Saggio diventa quindi combattere tutti i grandi centri di potere (individuali e collettivi) che possono costruire gli esseri umani e che se non usati possono generare prepotenze (dovute all’arroganza degli accumuli) e distruzioni fuori dal controllo stesso degli umani, per l’enorme potenziale di energia in esse raccolti.

La bomba atomica è l’esempio iperbolico di un centro di potere dalle conseguenze incontrollabili e il simbolo della degenerazione della ragione umana che si è resa schiava del suo sentimento di onnipotenza.

Distruggere le bombe è distruggere il Potere, il potere senza senso dell’umanità.

A riguardo, molti sottovalutano il concetto di politica. Non c’è niente di più pernicioso per una società. La politica infatti è la gestione delle possibilità in una polis, mediante il disinnesco delle pre-potenze e l’armonia delle post-potenze, le potenze fondate sulle relazioni di giustizia e civiltà tra le parti, in primis la proprietà sufficiente e il lavoro solidale. La politica svolge questo compito mediante il controllo dell’autorità. Se perde questo controllo sfocia nella degenerazione del potere: l’autoritarismo, l’autorità fine a se stessa per alimentare la pre-potenza.

Quando si fa uso dell’autorità per fini di potere, si instaura la prepotenza – il dominio, la gerarchia, studiate da Bookchin  – assunta sotto varie forme sociali: «gerontocrazia, patriarcato, rapporti di classe, elite di ogni genere, infine lo Stato, con la sua forma più parassitaria, il capitalismo di Stato».

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Alberto Peruffo | Montecchio Maggiore | VI
PRIMA PUBBLICAZIONE 22 DICEMBRE 2015

modifiche // 6 febbraio 2016
6 ottobre 2016

 

3 thoughts on “POTERE E POLIS

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